La fotografia è una sintesi.
Per me.
E questa è la sintesi di Napoli .
Per me.
Quella che è.
Quella che potrebbe essere.
Quella che non è.
Tre momenti impossibili da vivere contemporaneamente eppure presenti.
Eppure possibili.
Forse solo qui.
Tutto il progetto si basa su questa linea guida.
Su questa ricerca.
Dei tre momenti.
P.S.
E' curioso (per me) scoprire come progetti apparentemente diversi hanno in realtà una radice uguale.
Questa serie (in fase di elaborazione) è nata per rappresentare metaforicamente il conflitto sociale dei nostri tempi.
Dove il vandalismo rappresenta lo sfogo di una impotenza, di una rabbia a malapena celata dalla falsa normalità.
La reazione di una fetta di società che si sente abbandonata ed emarginata.
In una zona popolare di Napoli ho letto una scritta su di un muro emblematica.
"Noi schifiamo chi ci schifa"
Una scritta che secondo me vale quanto se non più di un muro.
Di un muro che divide.
E prima o poi, come ci ha insegnato la Francia solo poco tempo fa, la società moderna, basata sempre di più sulla competizione, sulla classificazione tra i belli e bravi (e ricchi) e i brutti e i cattivi (e poveri) dovrà fare i conti con gli abitanti al di là del muro.
Di quel muro, con quella scritta.
Ma vedendo queste immagini in sequenza insieme alla serie precedente http://www.fotograficheriflessioni.blogspot.it/2012/05/progetto-orizzonti-atipici-e-dissonanti.html vedo un continuo, un fil rouge della ricerca "dei tre momenti".
Quella che è.
Quella che potrebbe essere.
Quella che non è.
E forse anche del paradossale, del surreale nascosto tra le pieghe della normalità di tutti i giorni.
Chissà se è un segno positivo o negativo.
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